ORDINAZIONE DEL NOSTRO PADRE ANTONIO

E con grande gioia che vi annunciamo l’ordinazione sacerdotale del nostro fratello Antonio, nella festa dei santi Apostoli Pietro e Paolo, lo scorso 29 giugno, in Francia, da parte del Cardinale Gérard-Louis Müller.

Il modello del monaco sacerdote è san Giovanni ai piedi della Croce e, come il benamato discepolo, egli esercita il sacerdozio attraverso il Cuore Immacolato di Maria, Madre e modello della vita contemplativa. Entrambi hanno vissuto il mistero della Croce di Gesù nel silenzio e nell’adorazione del sacrificio redentore del Cristo. In questo modo, come diceva Dom Gérard, il monaco è un adoratore di Dio e un salvatore di anime. Infatti, attraverso l’offerta quotidiana e silenziosa del Santo Sacrificio della Messa, il monaco sacerdote, anche se non si dedica all’apostolato esterno, compie l’opera essenziale del sacerdozio cattolico, il Santo Sacrificio che è la sorgente inesauribile di tutte le grazie.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, così sia.

Mio Reverendo Padre, miei cari fratelli,

“Gioia, gioia, gioia, piangere di gioia”, queste parole di Blaise Pascal, dopo la sia conversione, non possono tradurre anche i sentimenti del sacerdote che è stato appena ordinato? 

Sì, miei fratelli, la bella cerimonia di ieri, in questa festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, è ancora ben presente al nostro spirito, ed è con tutto il mio cuore che rendo grazie a Nostro Signore di avermi chiamato, malgrado la mia indegnità, alla grazia del sacerdozio, che è, diceva Monsignor Ollier, sacerdote di Saint-Sulpice, “la più alta partecipazione alla santità di Dio e alla sua sovranità sulle creature”. È tutto un programma!

Permettetemi di esprimere prima di tutto la mia profonda gratitudine al nostro caro Reverendo Padre Priore, Padre Jehan, per questa chiamata al sacerdozio. In questi tempi sconvolti, la Chiesa, assalita fino al cuore della sua fede rappresentata dalla liturgia tradizionale e in particolare dal santo sacrificio della Messa, il nostro Padre Priore ha conservato con coraggio e perseveranza quello che ha ricevuto e lo trasmette intatto alla nostra comunità, e io lo ringrazio di tutto cuore.

Desidero anche esprimere la mia gratitudine al superiore generale dell’Istituto del Buon Pastore che, nell’esempio del divino maestro del suo istituto, ha avuto la bontà di ricevere tra i suoi ordinanti una pecora che non era del suo gregge ma che cercava da lungo tempo un buon pastore; e infine, benché non siano presenti, ringrazio vivamente le nostre monache benedettine dell’Immacolata che hanno tanto pregato per l’avvento di questa felice giornata, e hanno lavorato molto per confezionare la biancheria d’altare del nuovo sacerdote; grazie ugualmente a tutti i nostri oblati e  benefattori, che ci hanno sostenuto con le loro preghiere e il loro affetto.

Miei cari Fratelli, noi abbiamo bisogno della grazia di Dio ed è attraverso la preghiera che possiamo ottenerla, e, dove troveremo una preghiera più sublime che la santa messa? È dalla messa che ci arrivano le grazie di salvezza che ci santificano e ci elevano. La messa è anche la più dolce consolazione del cristiano su questa terra d’esilio, ecco perché le ordinazioni sono un motivo di gioia e di azione di grazie per tutta la Chiesa. Dobbiamo dunque pregare per le vocazioni sacerdotali, soprattutto nella nostra epoca di apostasie e di ateismo o abbandono della fede. Ai tempi della fede, le vocazioni erano numerose e le famiglie cristiane erano fiere di avere un sacerdote tra i loro figli.

Domandiamo a nostro Signore di ravvivare la fede di tutti i suoi figli, che si propaghi dappertutto e che risvegli uno zelo crescente per il culto di Dio, colui di cui parla la Chiesa nella colletta di questa domenica: “O Dio Onnipotente… spandete nel nostro cuore l’amore per il vostro Nome e aumentate in noi la virtù della religione…”. Che Dio susciti molte vocazioni sacerdotali per l’onore del suo Santo Nome e la salvezza delle anime.

Così sia!

Benedizione dei sacerdoti, ministranti, e fedeli da parte del nuovo sacerdote